"LA STELLA D'ITALIA"
(Liberamente tratto da: “ Siamo Uomini Liberi” di Italo Cammarata)
L’atto di costituzione della Società Operaia è del 1879. Nella sede del Teatro Filodrammatico in via Piacentina i promotori si riuniscono per firmare l’atto su carta bollata. La nuova Società Operaia, battezzata “Stella D’Italia” “deve tendere a procurare ed assicurare mediante il vicendevole soccorso un migliore avvenire morale e materiale agli onesti figli del lavoro che a stento possono col sudore della fronte vivere la vita giorno per giorno, per cui venendo colpiti da qualche disgrazia o infermità trovansi sempre costretti ad invocare gli altri”. Il verbale d’inaugurazione verrà scritto il 18 settembre del 1881 nella sala delle adunanze sociali in Palazzo De Ferraris n. 15. Poi la Stella d’Italia entra in funzione: non si occuperà soltanto di feste e pranzi ma anche della nomina di un medico per i soci, del sussidio delle scuole serali, dell’affitto di un locale in via Malacalza per installarvi un asilo infantile “con diritto di servirsi del cortile e obbligandosi a farvi costruire un cesso”. La prima avventura della Società fuori da San Sebastiano è la partecipazione alla Esposizione Generale Italiana che si tiene a Torino nel 1898 e che frutterà alla società un diploma d’Onore citato con orgoglio nella carta da lettera fatta stampare. La società vola alto e nel decimo anniversario dalla fondazione non esita ad esprimere al Re “affettuosi e devoti sentimenti” che il ministro Urbano Rattazzi (originario di Alessandria) ricambia a nome degli “augusti sovrani” con uno dei rari telegrammi arrivati all’ufficio postale di San Sebastiano. I festeggiamenti per il decimo anniversario (1889) prevedono “suonatori di Bressana con padiglione, lire 280; spese diverse per la festa da ballo lire 20”. Il pranzo si tiene nel Teatro di via Piacentina e prevede “antipasto, minestra, piatti di carne, alesso, scaloppine, polli novelli arrosto con insalata, dessert, vino nostrano bianco con dolce” e costerà 550 lire. La sala della Stella d’Italia diventa il posto al chiuso dove si svolgono molte attività. Nel 1892, per esempio, l’ingegnere architetto Frascaroli marchese Pietro chiede da Tortona che gli venga concesso l’uso della sala “per svolgere il mio programma politico”. Nel 1899 la società ingaggia un medico che si occupi dei suoi soci e delle loro famiglie: il primo è il Dottor Torti che alla sua morte sarà sostituito da Filippo Beccaria. Anche l’asilo infantile è un’altra sua iniziativa e dispone persino di “un cortiletto che serve alle ore di ricreazione pei ragazzi”. Ma i documenti più curiosi e interessanti sono i resoconti delle feste da ballo che registrano persino le 12 lire per il servizio dei Carabinieri e le 12 lire di monete false versate da qualche furbetto. La Stella d’Italia non avrà una sede propria fino all’aprile del 1915 quando si concretizza l’idea di costruire un nuovo edificio; davanti al notaio Luigi Pollini si stipula un contratto con il Cavalier Eugenio Francischelli “benestante”. Presidente della Società è in quel momento Antonio Daglio. Francischelli vende “un appezzamento di terreno a forma di triangolo” posto in località detta Costantina dove sarà costruito un “fabbricato ad uso teatro e riunioni della Società”. Il prezzo è 2.000 lire, sborsate dal presidente a cui si aggiungeranno fra tasse di registrazione ed altre imposte altre 159 lire. |
Da quel momento la documentazione disponibile è costituita da una lunga serie di bolle di consegna di materiali da costruzione per il nuovo fabbricato: “mattoni forti” e tegole dalla fornace Avanzini di Brignano, marmi e cemento dalla ditta Ferretti di Tortona, calce dalla Daglio Antonio di Fabbrica, putrelle dalla Gabbano & Figlio di Tortona; la più curiosa è quella del “lattaio, vetraio, lampista Gentilini Giovanni” di Tortona che per 7 lire fornisce una “copertura sopra la cornice della porta in lamiera zincata”.
Ultimato l’edificio i documenti riportano l’attività della Società: un “contratto suonatori per la festa da ballo 18-19 settembre prevede 3 violini, 1 flauto, 1 pianista, 1 contrabbasso”, che suoneranno “dal dopo vespro alla cena e al dopocena alle 4 del mattino seguente”. Nel 1920 si affianca alla Società anche l’Unione Sportiva Valcurone. Per 20 lire al mq si acquista da Vittorio Rocca “un appezzamento di terreno di 200 mq retrostante l’Edificio Sociale”. La Società continuerà la sua opera anche nel ventennio fascista.
Nel 1979 la Stella D’Italia ha festeggiato il centenario dalla fondazione e ancora oggi, grazie all’impegno dell’Amministrazione Comunale, continua la sua attività come polo culturale ed artistico polifunzionale. La Sala SOMS è oggi uno spazio aperto anche ad iniziative artistico/culturali oraganizzate da privati. Chi fosse interessato all'utilizzo della struttura può inoltrare il progetto al Comune di San Sebastiano Curone. CONTATTI:
COMUNE DI SAN SEBASTIANO CURONW Piazza Roma, 7 - 15056 San Sebastiano Curone tel/fax: 0131.786205 [email protected] |
SAN
SEBASTIANO
CURONE,
UN BORGO
CHE RINNOVA
LE TRADIZIONI!
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